Trivento, 9 febbraio 2018
Ai sacerdoti
Alle religiose
Alle donne ed agli uomini di buona volontà
Quaresima di fraternità 2018
“Quello che per voi può essere poco qui è tanto”
Era passata da pochi minuti la mezzanotte e le lancette dell’orologio ci introducevano al 27 gennaio, il giorno della memoria della Shoah, quando sul mio cellulare arrivava un messaggio di WhatsApp inviatomi dal nostro amico missionario don Antonio Mascia che dalla lontana della terra africana del Camerun mi comunicava la difficilissima situazione dei profughi.
“Ti scrivo da Mamfe, il nostro centro diocesi, dove domani si conclude la nostra annuale settimana pastorale, per metterti a conoscenza della drammatica situazione che sta vivendo in particolare questa nostra diocesi.
Ti scrissi della crisi sociopolitica della parte inglese del Camerun. Nelle ultime settimane ci sono stati disordini ed uccisioni di soldati e civili specialmente dalle parti di Mamfe ed in parrocchie confinanti con la Nigeria.
La paura ha fatto fuggire migliaia di persone proprio verso la Nigeria.
Il nostro vescovo mons. Andrew Nkea, giovane e davvero molto bravo, é stato a trovarli. È tornato shockato per la situazione in cui vivono questi 5.000 rifugiati che dormono per strada e sono senza cibo e medicine.
Qualche aiuto arrivato dalle Nazioni Unite é stato preso dai nigeriani.
Comunque sono cose che tu puoi immaginare per l’ esperienza che hai di queste situazioni.
La Caritas nazionale camerunense sta facendo qualcosa, ma c’è bisogno di cibo, medicine e sopratutto di riparare almeno alcune delle case distrutte nei loro villaggi in Camerun cosi da poterne incoraggiare il ritorno.
Questa é la stagione della semina in assenza della quale non ci sarà cibo l’ anno prossimo.
Questo molto in breve.
Se la Caritas di Trivento potesse dare un segno di solidarietà, penso sarebbe un gesto di grande aiuto oltre che di comunione tra chiese.
So che la quaresima è alle porte e ne avrai già programmato una di fraternità.
Qualunque aiuto qui é utilissimo.
Quello che per voi può essere poco qui è tanto.
Ti sto scrivendo di getto queste notizie.
Domani rientro a Fontem e possiamo tenerci in contatto.
Un grazie per avermi letto ed ascoltato.
Un abbraccio fraterno e saluti al nostro vescovo”.
Leggendo queste parole, nel giorno della Memoria e guardando alla realtà del nostro tempo, due osservazioni si possono fare: la prima è che molte cose sono cambiate, come per esempio la scienza medica che ha vinto tante malattie e quella tecnica che ha fatto progressi enormi tanto da far comunicare in tempo reale un piccolo paese dell’Abruzzo con uno dell’Africa.
La seconda osservazione è che tante cose invece sono rimaste sempre le stesse, se non peggiorate.
Penso ad esempio a quelle parole che, davanti allo sterminio degli ebrei e delle altre minoranze, ripetiamo ogni 27 gennaio e che sono scritte nel lager di Dachau: “Solo coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”; poi, tuttavia, negli altri giorni dell’anno corriamo il serio rischio di chiudere gli occhi davanti ai popoli emarginati, violentati dai sistemi politici dittatoriali, dai mercanti schiavisti di uomini e donne, di armi e di morte.
Una spregevole propaganda politica dei mezzi di comunicazione continua a calpestare la dignità degli esseri umani per farci diventare razzisti e scatenare guerre tra poveri.
Riferendosi agli spari contro gli immigrati a Macerata, don Luigi Ciotti ha detto: “Rischiamo di diventare una società del sospetto, del rancore e dell’odio, una società senza memoria e senza coscienza di sé. L’episodio di ieri a Macerata nasce da questi veleni. Certa politica, invece di trovare gli antidoti, li sfrutta e li amplifica per bassi interessi di bottega”.
Quella che i vangeli ci raccontano di Gesù di Nazareth, disprezzato dall’odio dei potenti, torturato e condannato alla morte di croce, è una storia che si ripete ancora oggi, nella vita di donne e uomini abbandonati alla miseria, alla morte per fame e sete, uccisi dalle armi delle guerre che noi, società opulenta, continuiamo a vendere.
Iniziamo il tempo liturgico della Quaresima e la liturgia ci chiama a rivivere la passione di Gesù.
Guardando il Crocifisso, la nostra commozione sarà come quella degli ipocriti se non ci lasciamo coinvolgere dai crocifissi della nostra storia; anche la pietà sarà falsa se non si concretizza nella solidarietà, vicinanza, preghiera per i nostri fratelli e sorelle che ne perpetuano il sacrificio.
Nella preghiera dell’Angelus di domenica 4 febbraio, papa Francesco, proprio guardando con dolore al «tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo», ha annunciato una giornata di preghiera e digiuno per la pace da tenersi il venerdì della Prima Settimana di Quaresima, cioè il prossimo 23 febbraio.
“Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, possa domandarsi: “Che cosa posso fare io per la pace?. Sicuramente possiamo pregare, ma non solo; ognuno soprattutto può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei, perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie, mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”
Il papa chiede una preghiera particolare per le popolazioni del Congo e del Sud Sudan.
Noi, raccogliendo l’accorato appello di don Antonio Mascia, il 23 febbraio pregheremo e digiuneremo anche per la pace in Camerun ed offriremo tutta la raccolta della Quaresima di fraternità al sostegno dei profughi, ricordando, come scrive nel suo messaggio don Antonio che: “Quello che per voi può essere poco qui è tanto”.
Come primo segno concreto, su mandato del nostro vescovo mons. Claudio Palumbo, abbiamo già inviato a Mons. Andrew Nkea, vescovo di Mamfe, una prima somma di 5.000 euro.
Altri 5.000 euro sono stati destinati, tramite padre Antonio Germano, alla minoranza Rohingya, perseguitata dalla dittatura birmana da decenni. Sono oltre 620 mila i rifugiati arrivati in Bangladesh ed i campi di Kutupalong e Nayapara che li ospitano sono al collasso. C’è urgente bisogno di ulteriori rifugi di emergenza e beni di soccorso: cibo, vestiti, tende, materassini, medicinali.
Chiudo con le parole di Papa Francesco scritte nel suo messaggio per questa Quaresima: “Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!
Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare …
Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica. La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito, affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità.”
Grazie e cordiali sauti
Sac. Alberto Conti
Direttore Caritas Trivento
Per sostenere gli interventi si possono inviare offerte a Caritas Trivento tramite:
– C/C POSTALE N. 10431864 specificando nella causale: “Camerun 2018”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
– Bonifico bancario a favore della Caritas Trivento:
Ubibanca – Ag. Schiavi D’Abruzzo – IBAN: IT27H0605077880CC0630015124
(scrivere la causale, nome, cognome e indirizzo dell’offerente)
– Fondazione Caritas Trivento onlus:
Bcc Valle del Trigno – Ag. Trivento– IBAN: IT94O08189 41140000000013881
(scrivere la causale, nome, cognome e indirizzo dell’offerente)
– Offerte consegnate direttamente presso la propria parrocchia.